Il manuale delle regole

di Alistair Castagnoli, basketball coach, athletic trainer, dottore in Scienze Motorie

IL DILEMMA DEGLI ESERCIZI

Giorni fa uno studente di Scienze Motorie mi ha rivolto la seguente domanda: mi puoi consigliare un libro che spieghi come organizzare la preparazione di una squadra di basket dall'inizio alla fine della stagione?
Rispondere a questa domanda apre diversi scenari e, quindi, diverse risposte.
Tuttavia, dal mio punto di vista, la domanda parte da un presupposto sbagliato e cioè che la preparazione di una squadra necessiti di un manuale delle regole scritto da qualche guru della preparazione fisica.

Cito Il Ponte delle Spie affermando che il manuale delle regole esiste ma si chiama prestazione.
E' la prestazione che la squadra svolge in campo che determina il lavoro del preparatore e dello staff.
Oltre a questo non possono mancare le conoscenze di fisica, chimica, biochimica, anatomia, fisiologia, biomeccanica e la capacità e l'esperienza dei preparatori per applicarle.
Detto questo cosa accade da un punto di vista pratico?

PER SCENDERE DA UNA MONTAGNA DEVI PRIMA ESSERCI SALITO

In questi ultimi 20 anni le neuroscienze hanno contribuito a perfezionare i programmi di allenamento, ma un fattore per me – sia che abbia lavorato da solo, sia con uno staff –  è rimasto invariato: il punto di arrivo del giocatore dipende dal punto di partenza.
Ossia è la prestazione iniziale del giocatore – ciò che il suo corpo è abituato a “fare” e può “fare” il primo giorno di allenamento (il punto di partenza) – che detta il percorso da seguire per portarlo a “fare ciò che serve alla prestazione” (il punto di arrivo).
Attraverso il “percorso dello scalatore” (1) è facile percorrere all'indietro dal punto di arrivo al punto di partenza (o retro-ingegnerizzare) i passi che servono al giocatore per esprimere la prestazione richiesta.

EGUALITA'

Teniamo presente che la situazione iniziale dei giocatori è improbabile sia omogenea. Di conseguenza la squadra stessa non potrà avere una situazione di partenza omogenea.
Ricordo che la prestazione della squadra è la qualità emergente delle prestazioni individuali.
Più bassa è la situazione dei singoli più bassa sarà la qualità emergente di squadra (2).

TEST ED ESERCIZI

Veniamo ora alle due questioni che turbano i sogni di alcuni preparatori e alimentano le fantasie di altri.
I test e gli esercizi.
A quali test devo sottoporre i giocatori per stabilire la loro condizione?
Quali esercizi devo far eseguire ai giocatori e alla squadra per metterli nella giusta condizione?
Nessun test e nessun esercizio. E aggiungo anche nessuna condizione.
Ora vi spiego cosa intendo esattamente.

Come ho già detto (si veda "I tre obiettivi dell'allenamento" in https://theconsultingcoach.blogspot.com/2019/09/injpre.html), io sono contrario al concetto di esercizio.
La prestazione di un giocatore, e quindi della squadra, non è fatta di esercizi. E' fatta di movimenti.
E i movimenti sono regolati dai principi e sotto-principi della forma di gioco scelta (Si veda "La metodologia e la sua efficacia" in https://theconsultingcoach.blogspot.com/2015/05/b4.html) e dalle capacità dei giocatori di eseguirli.
Quindi la domanda, secondo me, deve essere "quali movimenti devo allenare nei giocatori e nella squadra affinché la squadra giochi la forma di gioco scelto"?
Voglio sottolineare che il movimento di un singolo giocatore è diverso se lo compie da solo rispetto a quando lo compie insieme a dei compagni e/o in opposizione ad una difesa avversaria.

Queste sono valutazioni da fare in fase iniziale, quando analizziamo la prestazione che la squadra
dovrà fare in campo.

QUESTIONE DI TEMPO

Non sono contrario ai test ma al loro uso indiscriminato. Farli per raccogliere dati che poi non so utilizzare o che non posso utilizzare perché il numero delle sedute di allenamento o i mezzi di cui dispongo non me lo permettono credo abbia poco senso.
Oltretutto i test richiedono tempo. Uno staff valido sa come usare al meglio il tempo che ha a disposizione.
Se una squadra può allenarsi 5 volte alla settimana per 2 ore ad allenamento, avrà a disposizione molte più ore (tempo) di una squadra che si allena 3 volte alla settimana per 1 ora e 30' ad allenamento.
E' una questione di priorità: se per svolgere il lavoro servono i test, fate i test. Altrimenti impiegate il tempo per fare qualcosa che serva alla prestazione. Preparate ed abituate il corpo del giocatore a compiere i movimenti della prestazione.

LO STAFF

Allenare i movimenti del giocatore non può essere compito del solo preparatore, ma deve essere un compito che coinvolga anche gli allenatori e lo staff medico/sanitario.
Per un motivo molto semplice: il giocatore è tutti gli adattamenti che gli allenamenti che ha svolto nella sua vita hanno creato in lui.
Sarà quindi in possesso di fattori limitanti e fattori enhancing (“migliorativi”) la prestazione stessa. Il lavoro che serve a portare il giocatore dalla situazione iniziale in cui si trova il giorno del primo allenamento, alla situazione che serve per svolgere la prestazione voluta dallo staff, parte da una valutazione dei sopraccitati fattori. Più occhi e più teste (a patto che siano competenti) ragionano per migliorare la prestazione del giocatore, meglio sarà.
Quando lo staff di cui facevo parte guidò la squadra under 19 a vincere lo scudetto nel 2007, ci riuscì grazie ad un continuo lavoro di scambio di valutazioni e pareri tra il fisioterapista, il trainer/massaggiatore, il preparatore atletico (me in quel caso), l'assistente allenatore e l'allenatore (si veda https://theconsultingsportcoach.blogspot.com/2019/10/scu3.html).

SE VUOI STARE IN EQUILIBRIO, MUOVITI!

Se è la forma di gioco che detta i movimenti da allenare nel giocatore, dobbiamo tenere presente che il giocatore di basket svolge una prestazione in cui è stabilmente instabile per tutto il tempo. Mette in atto inconsapevolmente meccanismi di correzione al fine di mantenere il corpo in salute e di performare in modo efficiente ed efficace in relazione alla forma di gioco.
Come avviene questo?
Prendendo decisioni (che per il bene della prestazione è meglio siano inconsce. Si veda "Allenarsi a decidere: l'illusione della libertà" in https://theconsultingcoach.blogspot.com/2015/05/nf.html) durante il gioco.
I problemi di natura tattica, come ad esempio decidere di cambiare direzione o velocità, innescano nel giocatore risposte motorie che egli esprime muovendosi.

Per preparare quindi i giocatori e la squadra, un preparatore e lo staff di cui fa parte, devono, secondo me, tenere presente tutti questi fattori.
E partire da ciò che serve.
Faccio degli esempi: il corpo deve possedere range articolari elevati? Alleniamoli. Il corpo deve ritrovare l'equilibrio muovendosi? Alleniamolo. Il corpo deve accelerare e decelerare? Alleniamolo.
In modo che sia funzionale alla salute fisica del giocatore e alla forma di gioco.
Altri segreti non ce ne sono.
Allora perché alcune squadre sono più performanti di altre?
Perchè Whitman non è Dickinson e Dickinson non è Whitman.


FONTI

(1) Nardone G., - Problem Solving Strategico da Tasca – Ponte Alle Grazie, 2009

(2) per saperne di più sui comportamenti emergenti si veda https://it.wikipedia.org/wiki/Comportamento_emergente 

Abbas Asadi, Eduardo Saez de Villarreal, Hamid Arazi – The Effects of Plyometric Type Neuromuscular Training on Postural Control Performance of Male Team Basketball Players – J Strength Cond Res, 2015 Jul;29(7):1870-5

Davide Ferioli, Ermanno Rampinini, Marco Martin, Diego Rucco, Antonio La Torre, Adam Petway, Aaron Scanlan – Influence of ball possession and playing position on the physical demands encountered during professional basketball games – Biol Sport, 2020 Sep;37(3):269-276.

Jairo Vázquez-Guerrero, Martí Casals, Jesus Corral-López, Jaime Sampaio – Higher training workloads do not correspond to the best performances of elite basketball players – Res Sports Med 2020 Jul 20;1-13

Jorge Arede, Rafael Vaz, Alberto Franceschi, Oliver Gonzalo-Skok, Nuno Leite – Effects of a combined strength and conditioning training program on physical abilities in adolescent male basketball players – J Sports Med Phys Fitness 2019 Aug;59(8):1298-1305

Kaitlyn J Weiss, Sian V Allen, Mike R McGuigan, Chris S Whatman – The Relationship Between Training Load and Injury in Men's Professional Basketball –
Int J Sports Physiol Perform 2017 Oct;12(9):1238-1242

Peng Jin , Xiawen Li , Bin Ma, Hongbo Guo, Zhongxi Zhang, Lijuan Mao – Dynamic visual attention characteristics and their relationship to match performance in skilled basketball players –  PeerJ, 2020 Aug 19;8:e9803



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